Il paesaggio del Trentino-Alto Adige è composto da
enormi massicci montuosi con dei scintillanti ghiacciai dove tra fitte
nebbie si intravedono le valli. Dai monti e dai ghiacciai, scendono
abbondanti le acque che in moltissimi anni hanno
solcato il territorio e scavato le montagne al punto di trasformare
queste zone in meraviglie della natura. C’è spesso un panorama di
frutteti e boschi di conifere, pascoli e vertiginose pareti di roccia
che strapiombano per centinaia di metri; fiumi e selvaggi torrenti
scrosciano tra le rocce.
Il Trentino ha una permeabilità molto elevata. I terreni assorbono
parte assai notevole delle acque pluvio-nivali e le restituiscono
gratuitamente. I corsi d'acqua di montagna nel Trentino presentano
un'ampia varietà di tipi: il fiume Adige di primaria importanza con il fiume Sarca ed il fiume Chiese; corsi d'acqua definiti "fiumi torrenti" abbastanza lunghi (decine di chilometri) come la Rienza, il Noce, l' Avisio ed il Brenta.
L'Adige è il principale fiume del Trentino Alto Adige.
La sua sorgente è presso il Passo Resia nella Alta Val Venosta in Alto
Adige e sfocia nel Mar Adriatico presso Cavanella d'Adige (Chioggia). È
per lunghezza – circa 410 km – il secondo fiume italiano dopo il Po, il
3º per ampiezza di bacino idrografico (12.200 km² ) dopo Po e
Tevere e in assoluto il 4º per volume d'acque dopo Po, Ticino e Tevere
con 235 m³/s di portata media annua presso la foce. Attraversa le città
di Trento, Verona, Legnago, Cavarzere, Chioggia e lambisce Merano,
Bolzano e Rovereto. La valle in cui scorre assume vari nomi: Val Venosta
tra la sorgente e Merano, Val d'Adige tra Merano e Rovereto,
Vallagarina tra Rovereto e Verona, e quindi Val Padana tra Verona e la
foce.
I suoi principali affluenti sono:
• il Rio Ram presso Glorenza (BZ),
• il Passirio presso Merano (BZ),
• l'Isarco presso Bolzano (BZ),
• il Noce presso Zambana (TN),
• l'Avisio presso Lavis (TN),
• il Fersina presso Trento (TN),
• il Leno presso Rovereto (TN)
• il Rio Ram presso Glorenza (BZ),
• il Passirio presso Merano (BZ),
• l'Isarco presso Bolzano (BZ),
• il Noce presso Zambana (TN),
• l'Avisio presso Lavis (TN),
• il Fersina presso Trento (TN),
• il Leno presso Rovereto (TN)
La curiosità è che la sorgente dell'Adige non è quella visibile al
Passo Resia, indicata sulle tabelle, ma è posta qualche metro prima,
all'interno di un bunker del Vallo Alpino in Alto Adige, presso lo
Sbarramento Passo Resia.
L'Adige è stato protagonista di alcune devastanti alluvioni.
Già in epoca romana la sua idrografia subì una variazione: Plinio il
Vecchio non cita più il Po di Adria perché l'Adige aveva subito una
rotta ed era confluito nella Filistina e in altri due canali, chiamati
il Fossone e la Carbonaria (Po di Goro).
Successivamente la rotta della Cucca, la catastrofica alluvione del VI secolo (589), secondo le cronache di Paolo Diacono, provocò morte e distruzione a Verona e nelle campagne. Si ha notizia di altri fenomeni di questo tipo in passato: tra i più recenti e gravi ricordiamo le inondazioni del 1882, del 1966 e del 1981.
Nel settembre 1882 il fiume ruppe gli argini in 9 punti tra Bolzano e San Michele all'Adige, e inondò la parte nord della città di Trento; la piena provocò anche una alluvione a Verona e una alluvione in Polesine. Proprio per salvare la città di Verona da possibili inondazioni, nella prima metà del XX secolo fu costruito un tunnel che congiunge l'Adige in località Mori con il lago di Garda e che è in grado di convogliare le acque in eccesso dal fiume al lago. A causa della notevole differenza di temperatura e qualità delle acque, si fece ricorso al travaso delle acque molto raramente, soltanto se strettamente necessario. Il tunnel fu usato infatti soltanto 11 volte tra il 1960 ed il 2002: 1960, 1965, 1966 (tre volte) 1976, 1980, 1981, 1983, 2000 e 2002. Inoltre l'utilizzo dello scolmatore deve essere coordinato con il livello del lago di Garda e del fiume Mincio per evitare problemi da altre parti.
Nel novembre 1966 la città di Trento conobbe la più grande alluvione che la storia ricordi: buona parte della città e circa 5000 ha di campagna furono sommersi da circa due metri d'acqua. Nell'agosto del 1981 gli argini cedettero nei pressi di Salorno che fu sommersa assieme alle campagne circostanti.
Successivamente la rotta della Cucca, la catastrofica alluvione del VI secolo (589), secondo le cronache di Paolo Diacono, provocò morte e distruzione a Verona e nelle campagne. Si ha notizia di altri fenomeni di questo tipo in passato: tra i più recenti e gravi ricordiamo le inondazioni del 1882, del 1966 e del 1981.
Nel settembre 1882 il fiume ruppe gli argini in 9 punti tra Bolzano e San Michele all'Adige, e inondò la parte nord della città di Trento; la piena provocò anche una alluvione a Verona e una alluvione in Polesine. Proprio per salvare la città di Verona da possibili inondazioni, nella prima metà del XX secolo fu costruito un tunnel che congiunge l'Adige in località Mori con il lago di Garda e che è in grado di convogliare le acque in eccesso dal fiume al lago. A causa della notevole differenza di temperatura e qualità delle acque, si fece ricorso al travaso delle acque molto raramente, soltanto se strettamente necessario. Il tunnel fu usato infatti soltanto 11 volte tra il 1960 ed il 2002: 1960, 1965, 1966 (tre volte) 1976, 1980, 1981, 1983, 2000 e 2002. Inoltre l'utilizzo dello scolmatore deve essere coordinato con il livello del lago di Garda e del fiume Mincio per evitare problemi da altre parti.
Nel novembre 1966 la città di Trento conobbe la più grande alluvione che la storia ricordi: buona parte della città e circa 5000 ha di campagna furono sommersi da circa due metri d'acqua. Nell'agosto del 1981 gli argini cedettero nei pressi di Salorno che fu sommersa assieme alle campagne circostanti.
Il torrente Passirio nasce nei pressi del passo del
Rombo (valico italo-austriaco) in Alto Adige e, dopo aver
attraversato la Val Passiria, confluisce a Merano nell'Adige. La passeggiata lungo il Passirio (foto) è nata grazie
alle calamità che sono accadute nella storia; infatti in seguito allo straripamento del 1817, che danneggiò gravemente Merano, fu deciso
di risistemare e ampliare il muro arginale del centro città. Sopra
questo muro si costruì una passeggiata, che andava
dal ponte della Posta al ponte del Teatro, poi allungata.
L' Isarco nasce dal monte
Sasso a 2000 m presso il Passo del Brennero. Dopo l'Adige è senza dubbio il più importante della zona, sia per i suoi
affluenti, numerosi e tutti ricchi di salmonidi, sia per la sua portata
di acqua, sempre limpida e fresca. Durante il corso è sbarrato tre volte e forma
altrettanti bacini. Dopo un corso di oltre 90 km lungo l'omonima valle,
confluisce nell'Adige presso Bolzano, come suo principale tributario di
sinistra, presentando portata maggiore del segmento superiore dell'Adige
stesso.
La Rienza è lunga circa 90 km, sorge
nelle Dolomiti di Sesto a sud di Dobbiaco nella zona delle
Tre Cime di Lavaredo, tra il monte Piana e il monte Rudo. Il torrente
scende per la valle della Rienza, entra nella val di
Landro, passando per il lago di Landro e poi per il lago di
Dobbiaco; entra così nella Val Pusteria presso Dobbiaco e
scorre lungo tutta la vallata in direzione ovest attraversando i
principali centri abitati della valle. La principale località
attraversata è Brunico. Il fiume termina il
proprio corso a Bressanone, confluendo nell'Isarco.
Posta alla confluenza di Isarco e Rienza, la cittadina di Bressanone
fu soggetta a molte alluvioni fino allo spostamento della confluenza
verso sud alla fine del diciannovesumo secolo.
Il Noce scorre interamente in Provincia di Trento.
Nasce a 3360 m sul Corno dei Tre Signori, all'interno del Parco
Nazionale dello Stelvio. Alle origini, il fiume è diviso in due rami, il
Noce Nero, che nasce dalle nevi del Corno dei Tre Signori, ed il Noce Bianco, che nascono dal ghiacciaio del Cevedale.
Dopo aver ricevuto parecchi torrenti, alla fine della Val di Sole,
all'altezza dell'abitato di Livo, riceve le acque del Barnés e qui forma
il lago artificiale di Santa Giustina.
Appena uscito dalla Val di Non, il fiume Noce fino a non molti anni or sono (primi del secolo XX), formava col fiume Adige una palude che rendeva l'area malsana.
Appena uscito dalla Val di Non, il fiume Noce fino a non molti anni or sono (primi del secolo XX), formava col fiume Adige una palude che rendeva l'area malsana.
Il Noce inoltre, dopo aver attraversato la piana
ed essere passato nei pressi di
Mezzolombardo, Mezzocorona e Cadino, convogliava nell'Adige poco sopra
l'abitato di San Michele all'Adige. Il suo corso fu
rettificato nei primi anni del '900 ad opera del governo asburgico e
portato a confluenza con l'Adige nei pressi di Zambana,
facendo quindi attraversare tutta la Piana Rotaliana. E' un fiume dalle
caratteristiche uniche in Italia per quanto riguarda la durata di una
buona portata idrica per quasi tutto il periodo estivo (da maggio a
settembre).
Le sabbie portate dal fiume Noce nella Piana Rotaliana, formano un supporto silicico sul quale è coltivato il Teroldego Rotaliano DOP. Esso può essere coltivato solo nel lembo di terra che sta tra il Noce e l'Adige.
L'Avìsio è un torrente, affluente di sinistra dell'Adige, ed ha una lunghezza di 88 km. Il corso d'acqua nasce dalla Marmolada, per poi attraversare la Val di Fassa, e la Val di Fiemme e la Val di Cembra.
Le sorgenti dell'Avisio si trovano più precisamente presso il passo
Fedaia (2.054 m s.l.m.), dove il corso d'acqua, dal ghiacciaio della
Marmolada, sempre fiumiciattolo, si immette nel lago artificiale di
Fedaia.
Il fiume scorre velocemente con una pendenza elevata fino al paesino di
Penia, dove riceve il suo primo affluente. Passando per la val di Fassa
il fiume aumenta notevolmente la sua portata grazie ai numerosi
torrenti che lo alimentano. Dopo aver ricevuto il Rif de Costalonga dal
Latemar, l'Avisio descrive una curva verso est, entrando in Val di
Fiemme.
La Val di Fiemme presenta in genere le stesse caratteristiche della Val di Fassa, anche se si trova per buona parte sotto i 1.000 metri di altezza. Per tutta la valle l'Avisio aumenta la sua portata media, ingrossandosi e allargandosi sempre più. Tutto ciò fa sì che il corso d'acqua in Val di Fiemme sia spesso utilizzato per il rafting in importanti competizioni a livello internazionale.
La Val di Fiemme presenta in genere le stesse caratteristiche della Val di Fassa, anche se si trova per buona parte sotto i 1.000 metri di altezza. Per tutta la valle l'Avisio aumenta la sua portata media, ingrossandosi e allargandosi sempre più. Tutto ciò fa sì che il corso d'acqua in Val di Fiemme sia spesso utilizzato per il rafting in importanti competizioni a livello internazionale.
Subito dopo il lago artificiale di Stramentizzo, il torrente sprofonda
in un caratteristico e tortuoso canyon scavato nella roccia porfirica e
continua in questo modo per tutta la valle tranne in brevi tratti in cui
è visibile dagli alti paesi della valle. Confluisce nell'Adige presso Lavis, formando una zona paludosa che è diventata area protetta.
Il torrente Fèrsina è uno dei principali affluenti di sinistra dell'Adige.
Nasce dal Lago di Erdemolo al margine occidentale della catena dei Lagorai, scorre nella Valle dei Mocheni, lambisce la Valsugana e dopo aver percorso una profonda e spettacolare forra, attraversa la città di Trento dove sfocia nell'Adige.
Nota personale: quando abitavo a Trento guardavo sempre il Fersina dal Ponte dei Cavalleggeri…
Nasce dal Lago di Erdemolo al margine occidentale della catena dei Lagorai, scorre nella Valle dei Mocheni, lambisce la Valsugana e dopo aver percorso una profonda e spettacolare forra, attraversa la città di Trento dove sfocia nell'Adige.
Nota personale: quando abitavo a Trento guardavo sempre il Fersina dal Ponte dei Cavalleggeri…
Il Brenta è un importante fiume che scorre in
Trentino-Alto Adige e in Veneto; nasce dai laghi di Levico e Caldonazzo
ed è uno dei principali fiumi tra quelli che sfociano nell'alto
Adriatico, a nord del Po; è lungo circa 174 km. Un affluente è il Centa,
presso Levico.
Il Sarca nasce in Trentino a Pinzolo (770 m s.l.m.),
dalla confluenza del Sarca di Campiglio (proveniente dalle Dolomiti di
Brenta), del Sarca di Nambrone (che nasce a 2.612 m s.l.m. dal Lago
Vedretta sotto il Gruppo della Presanella) e del Sarca di Genova
(proveniente dal Lago Scuro a 2.668 m s.l.m. sotto la Punta di Lago
Scuro facente parte del gruppo della Presanella). Percorre la Val
Rendena fino a Tione di Trento, attraversa le Giudicarie esteriori
entrando, dopo un corso assai tortuoso ed incassato (a volte in vere e
proprie anguste gole, come quella della Scaletta e quella del Limarò),
nel Lago di Garda presso Torbole sul Garda.
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