sabato 27 novembre 2021

Castel del Porco

 


Castel del Porco

Castel del Porco era un piccolo maniero ove regnava la felicità e gli abitanti trascorrevano serenamente  lo scorrere del tempo.

Uno sventurato giorno però, Federico dalle Tasche Vuote, decise di conquistarlo, aiutato dai suoi temibili cavalieri.

Le battaglie che seguirono furono molto aspre e i valorosi soldati del castello, anche se in pochi, si difendevano con grande forza e coraggio.

Ma Federico era persona molto superba e non si dava per vinto, così ordinò ai suoi uomini di assediare il castello giorno e notte.

Con il passare dei giorni all’interno della fortezza i soldati diventavano sempre più deboli perché il cibo scarseggiava e la situazione appariva disperata.

L’unica cosa rimasta ancora da mangiare era un grosso porco, insufficiente per saziare tutti.

Quando ormai tutto sembrava perduto, il capitano ebbe un’idea geniale e ordinò: “Cominciate a ridere, ballare e festeggiare. Arrostite il porco e gettatelo già dalle mura!”

Gli uomini rimasero sbalorditi chiedendosi se il loro comandante fosse uscito di senno, ma così fecero poiché riponevano grande fiducia in lui.

Quando Federico dalle Tasche Vuote udì i festeggiamenti e vide il porco gettato dalle mura, pensò che i suoi avversari avessero viveri ancora in abbondanza e forza per affrontare mille battaglie; così esclamò rosso dalla rabbia:

” Sono invincibili, torniamo a casa! “


Castel del Porco esiste davvero,  in Alto Adige, ed il vero nome è Castel Greifenstein ma ormai è solo un rudere.


lunedì 8 novembre 2021

Il gigante Sassolungo

 


Tanto e tanto tempo fa i dintorni del massiccio del Sella erano abitati da un popolo di giganti mansueti e generosi che convivevano serenamente con gli uomini della valle.

Ma come si sa, anche nelle migliori famiglie, c’è sempre un birbante che pensa di combinare impunemente le proprie marachelle.

Questo gigante furfantello, che aveva nome Sassolungo, si divertiva a rubare nei campi o nei pollai dando poi la colpa ai topi, alle volpi o ai falchi. I suoi compagni erano creature bonaccione, ma non così ingenue da bersi tutte le bugie che Sassolungo raccontava.

Decisero così di tenerlo d’occhio e in breve lo sorpresero in un paio d’occasioni con le mani nel sacco. Nonostante l’evidenza dei fatti, il gigante continuava a professarsi innocente e accusava i propri compagni di malfidenza.

Arrivò infine il giorno in cui lo scoprirono a rubare per la terza volta nell’orto del vicino e questa non poteva sicuramente passare inosservata.

Riunito tutto il popolo dei giganti, il grande saggio esortò Sassolungo a confessare le proprie malefatte. Vista l’ostinazione con cui il birbante negava ogni colpa, si adirò e sortì un incantesimo che lo fece sprofondare completamente sottoterra.

Di tutta la grandezza del gigante Sassolungo sbucava fuori dalle viscere della terra solo la sua mano aperta, che ancora oggi si può ammirare sul Sassolungo e prende appunto il nome di Cinquedita.